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Lo stile del Ditangquan è una sottocategoria del Wu-shu, appartiene agli stili esterni imitativi, vale a dire a quegli stili che si basano sull’uso della forza fisica e sulla riproduzione dei movimenti degli animali, ma anche dell’uomo in situazioni particolari (come ad esempio Zui baxian quan, di cui ho parlato in precedenza). Il nome significa “lo stile delle cadute a terra” e sfrutta le cadute e i movimenti da terra per attaccare e difendersi.
Questo esempio di arte marziale mi pare interessante perché il controllo del corpo di questi atleti è oltre lo straordinario poiché loro devono, tra l’altro, controllare la paura e l’istinto, buttandosi a terra con una grande velocità: se tutto il corpo non è ben allenato, quelle cadute possono danneggiare gravemente le giunture, la testa e la spina dorsale. Il controllo del corpo anche in questo caso è essenziale, ma questa volta si aggiungono altri due elementi: l’atleta deve sapere come cadere senza farsi male, e cadere senza esitare, fuggendo la paura, Per fare questo serve una dedizione fisica tremenda, che il popolo orientale ha nel sangue.
La connessione con l’attore di oggi è molto chiara e si chiama “stuntman”, ossia “l’uomo che cade”. La sua figura è presente solo nei film, lo stuntman sostituisce l’attore quando si filmano scene pericolose e difficili da interpretare fisicamente.
L’attore del cinema contemporaneo in un certo qual modo è in qualche modo giustificato per il fatto di avere uno stuntman che gira le scene difficili e le ragioni sono molteplici: il pericolo di farsi male che può creare problemi con il periodo delle riprese, la paura dell’attore, la sua incapacità fisica per scene d’azione ecc…
Ma l’attore di teatro non ha lo stuntman, deve essere lui stesso l’uomo che cade, e per essere tale, deve fuggire la paura e compensare le sue mancanze fisiche: il teatro ha il combattimento scenico, quel tipo di combattimento in scena dove “si fa finta” di combattere, si fa finta di cadere, ma essendo il più credibile possibile. Nel teatro di oggi, l’incapacità degli attori e dei registi ha fatto sì che si mettano in scena sempre spettacoli che descrivono la vita di tutti i giorni, con i movimenti della vita di tutti i giorni che portano tutte le banalità che gli attori hanno come vezzi nel loro corpo quotidiano e non allenato. Il combattimento scenico deve essere una capacità seria e molto importante per l’attore di teatro, non solo per far rivivere il corpo, ma anche per dare all’attore una capacità acrobatica completa, aumentando così le proprie capacità interpretative. Solo così forse vedremo in un futuro spettacoli dove la cosa più fisicamente intensa non sarà un attore che si siede e si alza da una sedia lasciando le sue mani in balia della forza di gravità.

NOTE:

In video, l’atleta russo Vladimir Maximov mentre esegue lo stile Ditangquan durante il Quinto Campionato Internazionale del Wu-shu tradizionale.

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One thought on “Kung Fu. “Ditangquan”, la Tecnica delle cadute a terra.”

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