leonard-cohen

Premessa: questo testo che ho contribuito a tradurre dall’inglese mi sembra contenga dei preziosi consigli per gli attori di oggi, da uno dei poeti performativi del nostro secolo, anche se molti amano chiamarlo “cantante”. Questa poesia in prosa è stata pubblicata in inglese nel libro Death of a Lady’s Man del 1978.

Prendi la parola farfalla. Per usare questa parola non è necessario far pesare la voce meno di un‘oncia o caricarla di piccole ali impolverate. Non è necessario inventare una giornata di sole o un campo di giunchiglie. Non è necessario essere innamorati o amare le farfalle. La parola farfalla non è una vera farfalla. C’è la parola e c’è la farfalla. Se confondi le due cose, la gente ha il diritto di deriderti. Non farne così tanto della parola. Stai cercando di suggerire che ami le farfalle più perfettamente che chiunque altro, o comprendi veramente la loro natura? La parola farfalla è mera informazione, non è un’opportunità per te per librarti, alzarti in volo, essere amico dei fiori, simboleggiare bellezza e fragilità o in nessun modo impersonare una farfalla.
Non rappresentare le parole. Non rappresentare mai le parole. Non tentare mai di staccarti da terra quando parli di volare, non girare né chiudere gli occhi se stai parlando della morte. Non mi guardare con gli occhi accesi se parli dell’amore. Se vuoi colpirmi quando parli dell’amore, infilati la mano in tasca o sotto il vestito e accarezzati. Se la tua ambizione e la tua fame di applausi ti hanno portato a parlare dell’amore, devi imparare a farlo senza screditare te stesso o quello di cui stai parlando.
Quale espressione potrebbe definire la nostra epoca? La nostra epoca non tollera alcuna definizione. Abbiamo visto tutti delle fotografie di madri asiatiche devastate dal dolore, così che non ci interessa l’agonia dei tuoi organi acciaccosi. Niente di quanto tu possa esprimere può paragonarsi all’orrore del nostro tempo. Non provarci nemmeno. Avrai soltanto il disprezzo di coloro che hanno vissuto le cose profondamente. Abbiamo visto notiziari di esseri umani nelle estremità del dolore e della separazione Tutti sanno che stai mangiando bene e sei addirittura pagato per essere lì. Stai recitando per gente che ha vissuto delle catastrofi, quindi, stai calmo. Pronuncia le parole, trasmetti i dati e fatti da parte. Lo sappiamo tutti che soffri. Non puoi cercare di raccontare al pubblico tutto quello che sai dell’amore in ogni verso che scrivi. Fatti da parte: la gente saprà quello che tu sai perché lo sapeva già. Non hai nulla da insegnare. Non sei più bello degli altri. Né più saggio. Non urlare. Non forzare una entrata in scena. Quello non è altro che sesso fatto alla buona. Se mostri il contorno dei tuoi genitali, consegna poi quello che stai promettendo. E ricorda, la gente non vuole acrobati nel letto.
Di cosa abbiamo bisogno? Di avvicinarci all’essere naturale, uomo e donna. Le bombe, i lanciafiamme e altre merde hanno distrutto molto più che alberi e paesi. Hanno distrutto anche i palcoscenici. Forse credevi che la tua vocazione sarebbe potuta scappare alla distruzione generale? Non ci sono più palcoscenici. Non c’è più ribalta. Sei tra la gente, per cui, sii umile. Pronuncia le parole, trasmetti i dati e fatti da parte. Resta da solo. Rinchiuditi nella tua stanza. Non dare i numeri.
Si tratta sempre di un passaggio interiore. È dentro, è tuo ed è privato. Rispetta l’intimità dei tuoi versi perché sono stati scritti in silenzio. Il coraggio ci vorrà quando ti toccherà recitarli. La disciplina dell’interpretazione consiste nel non violarli. Lascia che il pubblico senta il tuo amore per l’intimità anche quando questa non è possibile. Sii una buona puttana. La poesia non è uno slogan. Non può promuoverti. Non può accrescere la tua reputazione di individuo sensibile. Non sei uno stallone. Non sei uno sciupafemmine. Né un gangster dell’amore né altre cazzate del genere. Sei uno studente di disciplina. Non rappresentare le parole. La parole muoiono quando vengono rappresentate, marciscono, e non ci resta altro che la tua ambizione.

Parla le parole con l’esatta precisione con la quale controlli la lista del bucato. Non emozionarti per la camicetta di pizzo. Non fartelo venire duro quando dici “mutandine”. Non diventare così trepidante solo per l’asciugamano. Le lenzuola non dovrebbero provocare un’espressione trasognata negli occhi. Non c’è bisogno di piangere sul fazzoletto. I calzini non sono lì per ricordarti di viaggi strani e distanti. E’ solo il tuo bucato. Sono solo i tuoi vestiti. Non sbirciarli. Solamente indossali.
La poesia è mera informazione. È la Costituzione della nostra patria interiore, se la declami e la gonfi di nobili intenzioni non sei meglio di quei politici che tanto disprezzi. Sei solamente qualcuno che sventola una bandiera facendo il più misero appello a una sorta di patriottismo emozionale. Pensa alle parole come una scienza, non come un’arte. Sono un report. Stai parlando davanti a un raduno del club degli esploratori della National Geographic Society. Questa gente conosce tutti i rischi delle scalate in montagna. Loro ti onorano dando questo per scontato. Se tu gliele sbatti in faccia, è un insulto alla loro ospitalità. Narra loro dell’altezza della montagna, l’equipaggiamento che hai usato, sii specifico sulle superfici e il tempo impiegato per scalarla. Non lavorarti il pubblico per avere sussulti e sospiri. Se sei degno di sussulti e sospiri, non sarà dal tuo apprezzare l’evento, ma dal loro. Sarà nelle statistiche e non nel tremolio della voce o il tagliare l’aria con le mani. Sarà nei dati e nella silenziosa organizzazione della tua presenza.
Evita le fioriture. Non avere paura di apparire debole. Non vergognarti di essere stanco. Hai un buon aspetto quando sei stanco. Sembrerebbe che tu possa andare avanti per sempre.
E ora, vieni qui e abbracciami. Sei l’immagine della bellezza.

(Trad. di M. Fernàndez e Mateo Çili)

Se ti piace il lavoro di Zahr Teater, partecipa alla nostra raccolta fondi permanente!
Become a patron at Patreon!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *