ażżardo s. m. [dal fr. hasard, che a sua volta è dall’arabo volg. azzahr «dado»]. –

Rischio, cimento: esporre all’azzardo la vita, la propria fortuna; mettersi all’azzardo di perdere ogni cosa;
Atto temerario, pericoloso: fu un bell’azzardo il suo, di entrare disarmato in quel covo di malviventi

Zahr Teatër, teatro popolare di ricerca, è fatto da persone vive che fingono per persone vive che credono. Racconta storie credibili e incredibili di tutti i tempi. Parte da quello che c’è, e di quello che c’è non manca nulla. È un mestiere, un’arte, una continua scoperta. È un azzardo. Non è un teatro commerciale, né sperimentale, né intellettuale. È un teatro colto, ma comprensibile a tutti. È un teatro d’emergenza. Si basa su situazioni primarie, riconoscibili, universali: vuole andare all’essenza d’ogni storia, niente orpelli, fronzoli o divagazioni.
Mescola i generi e gli stili. Cerca il rispetto e la leggerezza, ma si schiera, non è mai neutrale. Mostra sempre il suo punto di vista. È sempre qui e ora: mette tutto in discussione, non accetta niente di prestabilito e imposto. Nasce nell’improvvisazione e muore nell’improvvisazione.
Gli artisti di Zahr Teatër devono essere prima di tutto ladri molto rispettabili. Sono anche autori e coltivano la responsabilità autoriale di ciò che fanno, dicono e raccontano in scena. Sono sempre al servizio della storia che viene raccontata. L’attore prima di andare in scena non spera che vada tutto bene; spera che succeda qualcosa.
Zahr Teatër vuole raccontare storie che facciano sognare, ridere, piangere e pensare chi le vede e ascolta. E che diano da mangiare a chi le fa. Parla delle cose che ci stanno a cuore. Contamina generi diversi, dal più basso al più alto, mettendo lo stile e la bellezza al servizio della storia. Mischia le lingue, usa i dialetti, inventa un linguaggio nuovo e diretto.
Cerca il modo di rianimare in un’epoca in cui gli altri mezzi di comunicazione hanno ridotto l’attività del pubblico a zero e hanno abituato il pensiero all’inerzia. Il Pubblico è diventato passivo e privo di spirito critico. Se l’illusione mediatica è collusione delle coscienze, al teatro non resta che prender coscienza di questa delusione, e cercare una nuova illusione che sia allusione ai giochi bastardi del potere, dell’economia, delle decisioni di un impersonale destino.
Del resto, se il-ludere, col-ludere, de-ludere sono le forme sviate, nell’uso che se ne fa, del ludere (giocare), allora tanto vale prendersi gioco dei giocatori, mettere loro in faccia la verità.

Zahr Teatër è un teatro laboratorio, dove esiste il diritto di sbagliare e il dovere di migliorare. Una scelta indispensabile per creare i propri spettacoli nella tranquillità necessaria, lontano dalle logiche economiche che sovrastano il lavoro teatrale. Il laboratorio è indispensabile anche come un luogo quotidiano nel quale gli attori possono continuare a crescere dal lato spirituale, umano e professionale, lontano dalle banalità della vita di tutti i giorni.

Il laboratorio si prefigge di:

  • studiare l’arte della recitazione inventando una personale poetica e visione teatrale.
  • creare una possibilità altra di studiare teatro, per coloro che hanno volontà e passione ma non hanno avuto il modo di frequentare accademie o altre istituzioni riconosciute.
  • dare agli attori usciti dalle accademie, una specializzazione e un ambiente nel quale rimanere preparati al lavoro futuro.
  • crescere una compagnia di attori giovani e creare una serie di spettacoli come risultato delle ricerche del laboratorio.

Tutte le persone che lo desiderano, saranno accettate per lavorare insieme per un certo periodo, alla fine del quale, verranno accettati o meno come parte di Zahr Teatër.

Mateo Çili – Attore albanese diplomato al Teatro Stabile del Veneto. Si specializza con maestri e gruppi internazionali del teatro come Mamadou Dioume, Renato Giuliani, Ludwik Flaszen, Il Workcenter di Jerzy Grotowski, l’Odin Teatret di Eugenio Barba. Segue un suo percorso personale sul corpo, unendo natura, arti marziali e teatro. Organizza workshop intensivi per trasmettere le sue conoscenze, anche in contesti culturali alternativi.
Decide di fondare Zahr Teatër poiché alla ricerca di un ristretto gruppo di lavoro, col quale portare avanti in maniera totale spettacoli, ricerca teatrale e dimostrazioni di lavoro.

 

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