Discorso del’11 marzo 2019 È molto importante andare a vedere dimostrazioni e spettacoli, come fossero lezioni di messa in pratica della teoria. È assurdo per un attore non conoscere le discipline orientali. Tutti i grandi maestri, i registi, i pedagoghi teatrali, da Stanislavskij in poi hanno rivolto lo sguardo a
Riflessioni: il senso dei laboratori teatrali
I bambini oggi non sanno più come si fa a salire sugli alberi. Non riescono, hanno paura, non sanno dove tenersi e non ne comprendono molto nemmeno il bisogno. Usano uno smartphone perfettamente, ma non riescono a stare in equilibrio sopra un muretto, ammesso che ce la facciano ad arrampicarvicisi.
Vachtangov – Come si saluta il pubblico e la “regola del cento”
Nella sala si trova il pubblico. Vi ringrazia, saluta. E voi, voi vi affrettate a tornare a casa. Non volete congedarvi da lui – si irritò Vachtàngov – non lo sapete dunque? Finché l’ultimo spettatore non si è rimesso il cappotto e non è uscito in via Arbat è vostro
Solletico, uno studio sulle intenzioni dell’attore
Il solletico è una reazione involontaria psico-fisiologica presente negli esseri umani e in molti animali. Uno studio del 1897¹ lo divide in due tipologie: knismesi e gargalesi. La kismesi viene provocata da uno sfioramento molto sottile della pelle e provoca a sua volta una sensazione leggera accompagnata da senso di
Zahr Teatër si interroga: parte quinta di cinque
41. Perché il teatro non è un’arte democratica? Perché la collettività, l’essere umano, non è abbastanza evoluto da potersi autogestire in una situazione di gruppo, per di più artistica, dove ciascuno può esprimere un punto di vista e idealmente possono essere tutti giusti. Serve quindi una persona che abbia l’ultima
Zahr Teatër si interroga: parte quarta di cinque
31. Cosa spinge l’attore a cercare un contatto col pubblico e intraprendere una strada segnata da sacrifici e fatica senza una ricompensa nell’immediato e nel dubbio che tale ricompensa non giunga mai? Non si recita per guadagnarsi il pane, diceva Vittorio Gassman. Chi fa l’attore oggi in Italia sperando di
Zahr Teatër si interroga: parte terza di cinque
21. Come può l’attore commuovere il pubblico? L’attore può avere una speranza di commuovere il pubblico imponendosi semplicemente di non commuoverlo. Il pubblico non ama le costrizioni, non ama che gli si dica “ecco, qui adesso devi piangere, e se non piangi non hai capito niente”; l’attore deve solamente attenersi
Zahr Teatër si interroga: parte seconda di cinque
11. Cosa significa interpretazione del testo? Il significato etimologico di interpretare è quello di negoziare, tradurre, fare da intermediario tra due. Questi due sono da un lato il drammaturgo che ha scritto il testo, e dall’altro il pubblico che lo ascolta. L’attore quindi si mette in mezzo e tramite
Zahr Teatër si interroga: parte prima di cinque
Francesca Tarantino intervista Mateo Çili Questa è la prima parte di una serie di domande che Francesca Tarantino, attrice di Zahr Teatër, rivolge a Mateo Çili, regista e pedagogo della Scuola Sperimentale di Teatro. 1. Cosa differenzia Zahr Teatër da altre realtà di Accademie private a Milano? Zahr Teatër
La differenza tra gesto e azione
La differenza tra gesto è azione nel nostro teatro è intesa nel seguente modo: Un gesto è il risultato scenico di un’azione, ossia ha a che fare con la comprensione e l’interpretazione dell’osservatore che guarda. Un’azione invece è un’intenzione dell’attore che agisce nella scena e compie qualcosa di preciso. Gesto