Se per Brecht, Artaud, Decroix e molti altri del secolo scorso, era la boxe a essere collegata al teatro, per me deve essere senza ombra di dubbio (facendo contento Eugenio Barba), l’arte marziale orientale. In particolar modo il kung fu Shaolin e i suoi derivati.
Negli esercizi dei monaci Shaolin e nei vari stili di kung fu che da essi derivano, si possono rintracciare tutti i principi riguardanti la perfetta unione tra mente e corpo che si traduce in azione. Ma soprattutto, risiede in quegli esercizi, basati sull’equilibrio e il controllo estremo del proprio corpo, il principio della pre-espressività, fondamento dell’antropologia teatrale.
Ripropongo qui degli scritti diversi sull’argomento, che risalgono al 2014.