31. Cosa spinge l’attore a cercare un contatto col pubblico e intraprendere una strada segnata da sacrifici e fatica senza una ricompensa nell’immediato e nel dubbio che tale ricompensa non giunga mai?

Non si recita per guadagnarsi il pane, diceva Vittorio Gassman. Chi fa l’attore oggi in Italia sperando di arricchirsi è un illuso; il benessere economico dato da questo lavoro, quando c’è, non deve essere visto come lo scopo ma come un effetto collaterale dello scopo. Si fa l’attore perché si è artisti, perché si vuole fare dell’arte col mezzo recitativo. Come un pittore usa i quadri, un attore usa la scena. Ma se un attore fa questo mestiere e non ha nulla da dire, non è un artista. Poi, come già detto, bisogna vedere quest’arte come un’occasione splendida per conoscere se stessi ed elevarsi, non come un qualsiasi altro lavoro dove si timbra il cartellino.

32. Che differenza c’è fra la professione dell’attore e ad esempio un postino, un imprenditore, un insegnante?

Nessuna. Tranne che l’attore fa o dovrebbe fare un lavoro artistico, e i lavori sopra citati non sono lavori artistici. Diceva San Francesco: chi lavora con le sue mani è un operaio; chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano; chi lavora con le sue mani, la sua testa e il suo cuore è un artista.

33. In che senso l’attore è anche creatore?

L’attore in quanto artista deve fare arte, ossia avere qualcosa da dire ed esprimerlo coi mezzi a sua disposizione: un po’ come un cantautore, un pittore o uno scultore creano le proprie opere, che si chiamano “canzone”, “quadro” o “scultura”, anche l’attore dovrebbe creare la propria opera, che si chiama “spettacolo”.

34. Cosa significa creare per un attore? Cosa crea l’attore quando crea?

Significa trovare modi per raccontare. L’attore scava delle fondamenta, traccia un perimetro per ospitare una casa chiamata “spettacolo”, e la abita mentre la costruisce. E più la abita, più si accorge di quello che la casa necessita: come fare le stanze, dove mettere la cucina, i balconi ecc… L’attore crea un mondo, o una casa, che dir si voglia, che più corrisponde alle sue necessità, le dà un nome e la fa visitare agli ospiti una volta completata.

35. Qual è il compito/responsabilità di un attore oggi? E quali le sue più grandi qualità?

Il compito dell’attore è realizzarsi come essere umano, essere consapevole di sé, essere sveglio e aiutare a risvegliare gli altri dal sonno. Le sue qualità per ottenere questo devono essere moltissime, ma si può riassumere dicendo che l’attore deve essere un cercatore della verità.

La qualità dell’attore, quella che può raggiungere attraverso il lavoro, deve essere la sincerità. Un attore non deve mentire, né a se stesso, né al pubblico.

36. Qual è la più grande contraddizione per l’attore?

L’attore vive nel proprio mestiere la contraddizione di non farsi influenzare dalle emozioni che trasmette al pubblico.

37. Spiega cos’è l’“attore sveglio”

L’attore sveglio, è il tipo di attore che si cerca di formare nel nostro teatro, ossia un attore che ha in sé la consapevolezza del proprio essere e del proprio corpo fisico, un attore che è vivo emotivamente, intellettualmente vigile e dotato di grande empatia; un attore che usa la propria intelligenza in maniera efficace per relazionarsi ai compagni, alla drammaturgia, al regista, al pubblico e al mondo intero.

38. Quando un attore è attivo?

Un attore è attivo quando il suo fisico, il suo intelletto e le sue emozioni lavorano insieme per uno scopo comune: cercare la verità.

39. Cosa deve studiare un attore?

L’attore prima di tutto deve studiare il proprio strumento espressivo, ossia se stesso, partendo dal proprio corpo fisico. Non si potrà essere attori efficaci, attori che trasmettono un sentimento al pubblico non sapendo prima cosa sia quel sentimento in noi e come esprimerlo. Poi un attore deve anche studiare in maniera canonica, deve conoscere tutto, proprio tutto, da come cucire un bottone della giacca, alla teoria della moneta di Keynes. Perché l’importante nella vita di un essere umano è fare esperienza pratica di tutte le cose.

40. Come lavora un regista dominato dall’ego?

Un regista dominato dall’ego usa gli attori per i propri scopi, alla stregua di un qualsiasi oggetto di scena. Blocca la loro creatività, non lascia che arrivino da soli a certe soluzioni. Mette insomma se stesso davanti agli attori. Ci possono essere molte eccezioni a questo: pigrizia e mancanza di fantasia dell’attore, mancanza di tempo per la creazione, ma in genere c’è la mancanza soprattutto della comprensione che uno spettacolo è un mezzo, non solo un fine. Purtroppo però in questa vita gli spettacoli devono essere anche un fine, nel senso che per una certa data devono essere pronti. È un discorso molto lungo e meriterebbe uno sviluppo a sé.

Parte prima di cinque
Parte seconda di cinque
Parte terza di cinque
Parte quarta di cinque
Parte quinta di cinque

 

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